La “partenza” della Kenios e l’ “arrivo” di Otello

Published on Friday, 10 February 2006 19:04

Che dire della piccola Kenios? E’stata la ‘mia’ gatta per più di 13 anni, il mia è fra le virgolette perchè in effetti era della mia vicina, ma lei, lavorando tutto il giorno, non avrebbe potuto guardarla e farle compagnia, così passava tutto il giorno e qualche volta anche le notti a casa mia. Ero affezionata a lei come se fosse mia, il suo primo anno non l’ha passato con me, ma da quando ha avuto i micini ed è stata poi sterilizzata, si è molto legata a me, tanto da ritenervi la padrona adottiva! Era una gatta poco felina e molto umana, tanto da essere spesso umanizzata da mia mamma, che le parlava come se fosse una persona e le cantava le canzoni e lei sicuramente sapeva farsi voler bene. Nonostante fosse una siamese, e si sa che caratterino abbiano, lei era una buonissima gatta coccolona, gelosa e molto casalinga…..and last but not least una mangiona, infatti pesava 7.2 Kg…si può decisamente dire obesa. Ad ogni modo lo scorso anno si è ammalata di tumore ai polmoni, i gatti sono molto bravi a nascondere le proprie malattie, così nessuno se ne accorse finchè non arrivò l’estate e con il caldo che c’era in giugno le sue condizioni aggravarono e la malattia acutizzata. Fino ad allora era stata benissimo, nessun segno di debolezza o di malattia, si ogni tanto tossiva ma anche a loro danno fastidio le polveri e i pollini, così nessuno ci fece caso. Da quando gli fu diagnosticata la patologia alla sua inevitabile morte passarono soltanto 3 giorni….per fortuna perchè era veramente brutto vederla in quello stato. Fino a poco tempo prima era la gatta più attiva tra i gatti della sua età, affettuosissima, miagolona e mangiona……..poi è stata costretta a rimanere nell’ambulatorio del veterinario, in quanto il caldo sarebbe stato fatale per lei e lì c’era l’aria condizionata, ma lei era visibilmente spaventata e molto contrariata a rimanere fuori casa, senza i suoi amati padroni e senza i suoi divani. Si trasformò in 1 giorno non rispondendo quando, andandola a trovare in quell’orrendo posto, la chiamavamo, aveva una “faccia” inespressiva e si vedeva che oltre al dolore morale soffriva molto per il dolore fisico: l’acqua che aveva nei polmoni non la faceva respirare bene e non c’era nient’altro da fare che darle diuretici e nulla più. Alla fine la Kenios ebbe un attacco respiratorio e non ce la fece, per non farla più soffrire le fu somministrata un’iniezione. Si concluse così una piccola frazione della mia vita, magari a molti faranno ridere queste mie affermazioni, ma le ho voluto bene perchè un animale non tradisce mai il proprio padrone, mentre la cattiveria è  una caratteristica delle persone e spesso anche i migliori amici riescono a tradire. Io piansi molto per la mia gatta, l’unica volta che piansi di più fu quando morì la mia migliore amica…..sembrerà assurdo ma è così. Dopo qualche mese io iniziai ad esprimere il mio desiderio di avere una gatto completamente mio, una micina che potesse crescere con me. Nè mia madre, nè mio padre erano d’accordo tirando fuori le più disparate scuse per evitare di prendere un gatto :” ma non è giusto per la Kenios”, “e poi quando andiamo in vacanza come facciamo” ecc…. insomma non sapevo più che fare. Minacciai i miei di portare un gattino di nascosto, di far finta di averne trovato uno per strada, ma erano irremovibili. Arrivò così settembre e riuscii a convincere i miei, soprattutto mia mamma, a prendere una micina, così cercai il nome adatto, Minù, e anche il posto ove cercarla, il gattile. Trascinai il mio fidanzato al gattile, ma non ebbi la fortuna di trovare la Minù e tornai a casa tutta arrabbiata. Mia mamma vedendomi così, peggio di una bambina, andò dalla veterinaria dove trovò un annuncio, chiamò e decidemmo di andare a vedere questi 5 micini. Con il supporto del mio ragazzo, della mia mamma e della vicina (la padrona della Kenios) andammo a trovare i micini. C’era soltanto una femmina e tre maschi, ma la micina non voleva farsi prendere, così chiesi a mia mamma se era proprio necessario prendere una f o se per lei era indifferente, così decidemmo di scegliere un maschio, almeno sembravano più propensi a socializzare. Il mio fidanzato cercò di avvicinare tutti i mici per farmi scegliere il prescelto, scelsi un micino tigrato grigio con il pancino e le zampette bianche, con un musetto simpatico e dei bellissimi occhi verdi, e lui lo accompagnò gentilmente all’interno del trasportino. I miei progetti per il nome e tutto il resto erano stati stravolti, dovevo trovare un nome al nuovo arrivato, per fortuna avevo comprato una cuccia unisex se no….Il primo nome che mi venne in mente durante il tragitto verso casa fu Otello, il micio non era nero e nemmeno iracondo, ma quello doveva essere il suo nome e così fu. Otello arrivò a casa e si ritrovò con una nuova mamma (Io), una nonna (mia mamma) e un nonno (mio papà). Avevo già preparato tutto da giorni: le ciotole per il cibo e l’acqua, la cuccia chiusa, i giochini, la lettiera e naturalmente tanto affetto da trasmettergli, senza fare paragoni con la Kenios. Prendere un gatto poco dopo la morte della Kenios fu una svolta da fare per reagire a quel vuoto che aveva lasciato e anche perchè se avessi aspettato, sarebbe stato sempre più difficile prenderne un altro. Otellino arrivà il 2 settembre 2005, all’età di circa 4 mesi e mezzo, la data ufficiale della sua nascita non si poteva sapere, così gliene abbiamo data una ufficiosa anche grazie alla veterinaria, che attraverso la dentizione è riuscita a risalire alla sua probabile età, facemmo così nascere Otello il 15 aprile 2005. Da allora è diventato la nostra compagnia, fin troppo vivace e affettuoso, molto molto simpatico, ma anche molto pretenzioso. Durante i suoi primi mesi nella mia famiglia, è stato molto coccolato, anche perchè dopo 2 giorni che era con noi si è ammalato ed è stato superguardato da me, ed è proprio in quelle settimane che a preso i vizi più strani e che ora vuole mantenere come giocare almeno 1 oretta al giorno, dormire in braccio, panificare prima di addormentarsi, stare in braccio mentre uno mangia, ma sinceramente a me non pesa! Ora ho un micino tutto mio affettuoso, miagolone, mangione e buono che mi fa compagnia quando sono sola a casa.